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Quando sono obbligatorie le fonti rinnovabili negli edifici?

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Dal 1° gennaio 2021, in tutta Italia, è obbligatorio progettare edifici, pubblici e privati, a consumo quasi zero (nZEB). L’obbligo deriva dall’art. 5 del D.L. 63/2013, convertito in Legge n. 90 del 3 agosto 2013.

Cosa sono gli NZEB e quali sono i vantaggi di un edificio a energia “quasi” zero

Gli edifici, sono ancora responsabili di un elevato dispendio energetico e di una grossa quantità di emissioni ed è per questo che il risparmio energetico, nel settore delle costruzioni, è considerato uno degli obiettivi primari per uno sviluppo sostenibile del comparto.
Questo significa riqualificare gli edifici esistenti e costruirne di nuovi ad elevata efficienza. I principali consumi degli edifici, domestici e non solo, sono imputabili al riscaldamento, al raffrescamento, alla produzione di acqua calda sanitaria, all’elettricità per illuminazione e dispositivi elettronici e alla ventilazione meccanica.

Progettisti e tecnici, quindi, ricorrendo a soluzioni tecnologiche e progettuali, devono fare in modo che quei consumi si riducano tanto da essere quasi azzerati, per poi soddisfare la domanda restante tramite energia prodotta da fonte rinnovabile.

Grazie a interventi di riqualificazione efficiente è inoltre possibile trasformare un’abitazione da energivora a classe A o anche NZEB.

Un edificio NZEB è realizzato secondo i principi della progettazione sostenibile e bioclimatica, integrato nel contesto, correttamente orientato, in grado di sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole e il vento, ben isolato, alimentato ad energia rinnovabile e dotato di impianti tecnologicamente avanzati.

Il calore deve essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo e fare in modo che le dispersioni siano minime.

E’ chiaro che la casa ad energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento.

Fatto ciò, l’energia che rimane necessaria per il funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. È chiaro, quindi, che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo.

Tutto, in ogni caso, con lo scopo di ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio. Risparmiare energia, significa anche ridurre le emissioni dovute alla produzione di energia e il consumo di risorse. Non va dimenticato, infine, che un NZEB si contraddistingue anche per le bassissime spese di gestione, offrendo così un comfort elevato e costi ridotti.

Il termine NZEB è stato utilizzato per la prima volta nel pacchetto di Direttive Europee EPBD (Energy Performance Building Directions) pubblicato ormai otto anni fa.

Gli stati membri hanno successivamente dovuto impegnarsi nell’introduzione di normative nazionali che promuovessero la realizzazione di edifici energeticamente efficienti.

Normativa e obblighi per i nuovi edifici: da gennaio NZEB obbligatori

Il concetto di NZEB, così come l’obbligo di edifici di questo tipo, è contenuto nella Direttiva Europea 2010/31/UE, chiamata anche EPBD. All’interno di questo testo si fa riferimento a dei termini temporali entro i quali tutti le nuove costruzioni pubbliche e private dovranno essere edifici ad energia quasi zero, iniziando con il pubblico e poi con il privato.

Inoltre, la direttiva prevedeva anche che ogni paese procedesse ad elaborare appositi piani di sviluppo per favorire l’aumento di nuovi NZEB, fissando obiettivi ed eventuali incentivi utili, tenendo in considerazione tradizioni e specificità locali.

Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, il percorso è iniziato nel 2005, quando il D.Lgs 192/2005 introdusse il tema dell’efficienza energetica. Questo decreto venne modificato dal D.L. 63/2013, che poi divenne legge con la L. 90/2013. Proprio questa legge integrò quanto richiesto dalla EPBD ed introdusse anche il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili in loco.

Per favorire la crescita del numero degli edifici NZEB, si pensò anche ad un “Piano d’azione finalizzato ad aumentare il numero degli edifici a energia quasi zero”, detto PANZEB, pensato per dare una definizione precisa degli edifici ad energia quasi zero, sulla base anche di appositi indicatori numerici dei consumi energetici, ma anche per evidenziare eventuali politiche e misure finanziare volte a promuoverne lo sviluppo.

Infine, per un approccio più completo al tema, è entrato in vigore il DM 26 giugno del 2015 “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”. Nel decreto sono definite le caratteristiche che un edificio deve rispettare, dei requisiti prestazionali minimi, per essere un edificio a energia quasi zero.

Con il 1° gennaio 2021 è introdotto nel nostro paese l’obbligo NZEB per tutti i nuovi edifici o per gli interventi che prevedono una demolizione e una successiva ricostruzione, per gli edifici pubblici la scadenza era fissata al 31 dicembre 2018. Tale obbligo in alcune regioni è stato anticipato: in Lombardia e in Emilia Romagna, ad esempio, tutti i nuovi edifici sono NZEB rispettivamente dal 2016 e dal 2019. A livello normativo, la materia è regolata dal nuovo D.Lgs 48/2020, che ha recepito la Direttiva Europea 844, nota come EPBD III.

Parallelamente ai lavori europei e nazionali per la redazione normativa, ci sono stati impegni locali che hanno introdotto standard e protocolli con la massima attenzione nei confronti dell’efficienza energetica. 

La normativa, sia europea che italiana, per quanto sempre più completa, ancora non tratta in modo completo il tema degli edifici esistenti che, per altro, sono la maggioranza in tutta Europa.

Proprio questo argomento, infatti, dovrebbe essere cruciale per la trasformazione del patrimonio edilizio in un sistema sempre più efficiente soprattutto perché le modalità con cui intervenire sull’esistente sono spesso più complesse e le problematiche più numerose.

Un passo è stato fatto con la Direttiva Europea 2018/44, che ha previsto incentivi anche per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati, purché porti ad elevati miglioramenti delle prestazioni energetiche

Quali sono le caratteristiche di un NZEB

Non esiste una vera e propria regola univoca per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma piuttosto alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente.

Secondo la normativa, un NZEB ha un basso o nullo fabbisogno energetico sia in regime invernale che estivo, grazie a buone prestazioni termiche (basse trasmittanze ed elevata inerzia termica) e fa ampio uso di fonti rinnovabili e tecnologie impiantistiche efficienti.

I parametri e gli indici di riferimento per il calcolo delle prestazioni di un NZEB sono contenuti nel DM 26 giugno 2015, in cui si trovano valori e definizioni del coefficiente medio globale di scambio termico (H’T), l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile (Asol,est/Asup utile), l’indice di prestazione termica per il riscaldamento e per il raffrescamento (EPH,nd e EPC,nd) e, infine, l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio (EPgl,tot).

Si introduce, poi, il confronto dei valori calcolati di questi ultimi tre indici di prestazione (indici EP) dell’edificio reale, con quelli di un edificio di riferimento, rispetto ai quali devono essere inferiori. Le tabelle di riferimento per i parametri e le caratteristiche da rispettare sono contenuti nell’Appendice A del decreto.

Il cambio di passo si nota osservando le principali novità introdotte, come ad esempio la richiesta di calcolare l’energia consumata dall’edificio durante tutte le stagioni, mentre prima ci si concentrava solo sul fabbisogno invernale.

Da gennaio, quindi, tutti i nuovi edifici realizzati sul territorio italiano devono rispettare queste indicazioni, con lo scopo di assicurare uno sviluppo sempre più sostenibile per il settore.

Inoltre, proprio in merito alle tecnologie e alle innovazioni disponibili sul mercato, l’ENEA nel 2018 ha promosso l’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero grazie al quale è anche possibile ottenere statistiche e informazioni in merito a tecnologie utilizzate, procedure messe in atto e standard raggiunti.