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Torino, caldaie vecchie e non a norma producono più smog dei motori diesel

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Il risultato dei controlli Arpa: quasi la metà degli impianti di riscaldamento non è a norma, il 27 per cento delle sanzioni è per inquinamento. Le caldaie vecchie sono un problema

Già i controlli sono rari, per non dire simbolici, visto che in tutto il Piemonte se ne fanno pochissimi e quasi tutti a Torino. La scarsità di accertamenti sul rispetto delle norme è di per sé già abbastanza preoccupante in tempi di blocchi antismog e di messa al bando dei motori diesel. Ma ad aggiungersi a ciò, l’esito delle (poche) ispezioni condotte dall’Arpa conferma il sospetto. Mentre tutti, sindaci e amministratori pubblici, convogliano le loro attenzioni e i loro provvedimenti «d’emergenza» sulle automobili a gasolio — dirette responsabili del 6 per cento di tutto il particolato prodotto — gli impianti di riscaldamento dormono sonni tranquilli. E non dovrebbero, perché le caldaie vecchie e non a norma sono un problema gravoso.

Ossidi di azoto

 I tecnici dell’agenzia piemontese per la protezione dell’ambiente hanno esaminato 54 caldaie negli ultimi sei mesi. Quasi la metà è stata sanzionata perché fuorilegge. I tecnici dell’agenzia piemontese per la protezione dell’ambiente hanno esaminato 54 caldaie. Inoltre, tra quelle scoperte in fallo, una su tre supera i limiti sulle emissioni degli ossidi di azoto: quei Nox ritenuti dagli esperti tra i principali responsabili della formazione delle polveri sottili.

Le ordinanze dei Comuni non considerano le caldaie

Ordinanze, «semafori» e misure antismog non prendono quasi in considerazione gli impianti di riscaldamento. Un vasto mondo, è stato ripetuto ancora ieri, durante l’illustrazione in Regione del rapporto sui controlli dell’Arpa, su cui vegliano una serie di leggi e regolamenti nazionali e regionali. Nessuno, o quasi, però, vigila sul rispetto delle regole. O meglio: le forze in campo, i cosiddetti accertatori, costituiscono di fatto un esercito fantasma. In tutto il Piemonte ci sono soltanto due ispettori che si occupano a tempo pieno del controllo delle caldaie sospette. Per questo motivo, le caldaie vecchie e non a norma sono la normalità.

Pochi controlli sulle caldaie

La verifica scatta infatti soltanto dopo aver scoperto sulla carta, come del resto prevede la legge, che c’è qualcosa che non va nei «rapporti di controllo di efficienza energetica». Il cosiddetto libretto dell’impianto termico, compilato da installatori e manutentori. Così, da aprile ad oggi, l’Arpa è riuscita a controllare soltanto 54 caldaie e nel 42 per cento dei casi sono scattate le sanzioni per il mancato rispetto delle norme. La principale violazione, quella più ricorrente, è la mancata installazione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione (nel 52 per cento dei casi). Una caldaia su tre, di quelle che non sono riuscite a sfuggire agli sporadici controlli dell’agenzia per la protezione dell’ambiente del Piemonte, è illegale. E in questo caso, non c’è blocco dei diesel che tenga.

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